I PRObiotici: cosa sono e come aiutano (anche) i runners

Si dice che l’intestino sia il nostro secondo cervello. Da runner, e con cognizione di causa, aggiungo senza se e senza ma che l'intestino e' anche un pezzetto di gambe.
Quanto l’efficenza dell’intestino per un runner sia fondamentale, lo abbiamo sperimentato un po’ tutti. Pensate alle pessime sensazioni di un allenamento affrontato con un intestino impigrito da un qualche giorno o a quanto puo’ essere invalidante un problema intestinale durante una corsa. Non e’ un caso poi che tra le preoccupazioni piu’ diffuse tra i runners prima di una competizione, soprattutto se di lunga distanza, ci sia quella di non arrivare alla partenza con l’intestino svuotato.
Ma l’equilibrio del tratto gastrointestinale (e non mi riferisco solo a quello di tipo “meccanico”) ha delle implicazioni ben piu’ affascinanti e complesse di quelle che possiamo intuire, tanto da essere diventato un obiettivo fondamentale nel protocollo di allenamento di molti atleti, non solo di corsa e alleato (le ricerche parlano chiaro) nel raggiungimento della performance.
Tra i protagonisti indiscussi di questo benessere ci sono sicuramente i probiotici (da non confondere con i PREbiotici), termine tanto comune nell’uso quanto sconosciuto nel significato, che secondo la definizione dell’OMS indica “micro-organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell'ospite (si legga, nel nostro caso, “uomo”). Per aiutarci a ricordare, la preposizione latina PRO, in latino significa proprio “a favore di” e bios, dal greco, “vita”.

Spesso nel linguaggio comune si tende a confondere i probiotici con i fermenti lattici che pero’ non sono altro che una piccola parte della famiglia dei probiotici, poiché non tutti i fermenti lattici sono in grado di superare vivi il tratto gastrointestinale e di apportare quei benefici che sono invece appannaggio esclusivo dei probiotici. 
Fino a una decina di anni fa si riteneva che i probiotici potessero esser un aiuto solo per problemi del tratto gastrointestinale ma innumerevoli ricerche hanno successivamente esteso il loro utilizzo a problemi di natura allergica, respiratoria e infiammatoria. Negli ultimi anni poi, diversi studi condotti su atleti, hanno evidenziato alcuni vantaggi legati alla loro assunzione nei periodi di attività intensa:
  1. facilitano l'assorbimento dei macronutrienti ottimizzando la loro resa energetica. Va da se che se la superficie intestinale e' piu' "pulita" riceve con maggior rapidità ed efficenza tutte le sostanze nutritive, scongiurando nel lungo anche i problemi di malassorbimento.
  2. svolgono un'azione immunostimolante utile per chi si allena in condizioni climatiche svantaggiose, riducendo l'incidenza di patologie a carico delle prime vie aeree. 
  3. riducono lo stress ossidativo e visto che i runners sottopongono le loro cartilagini a un iper lavoro questo può aiutare a prevenire spiacevoli infortuni e fenomeni di over-training
  4. svolgono un'azione anti infiammatoria riducendo i processi flogistici che si verificano dopo allenamenti particolarmente duri. Alcune specie di probiotici siano in grado infatti di stimolare agenti antiflogistici, il che si traduce in un'azione anti infiammatoria a carico del muscolo e dei legamenti riducendo cosi' i tempi di recupero. 
  5. ottimizzano la sintesi endogena di vitamine del complesso B, ossia quel gruppo di vitamine che hanno un ruolo essenziale nel metabolismo di lipidi e proteine, nella produzione di energia e nel funzionamento del sistema nervoso, per fare degli esempi
  6. riducono l'incidenza di infezioni delle vie urinarie, diffuse soprattutto tra le donne e che l'attività sportiva talvolta puo' esasperare (amiche, prometto un post sul tema perche' l'argomento merita attenzione)
Detto ciò si intuisce facilmente quanto i probiotici siano alleati preziosi per chi pratica attività  intensa. Ma la domanda e': quando assumerli? Per quanto tempo? Come?
La somministrazione dei probiotici avviene per cicli e per prima cosa, visto che l'effetto collaterale più diffuso di queste sostanze è un'iniziale, assolutamente normale, decisamente transitoria situazione di gonfiore (talvolta associata a flatulenza) consiglio di non iniziare la loro assunzione  in prossimità di gare o allenamenti pesanti. Puo' essere utile usare come riferimento il cambio di stagione, periodo in cui il corpo si trova a dover affrontare cambiamenti climatici forzati, per poi ricorrervi ogni volta che si prefigura uno stress psico-fisico che altera o puo' alterare l'equilibrio intestinale. Per quel che riguarda la durata dei cicli dipende molto dal ceppo o ceppi di batteri che si decide di assumere. I vari studi forniscono a proposito risposte molto differenti, ma la durata del trattamento non dovrebbe mai essere inferiore ai 7 giorni fino ad arrivare a 20. Nel caso in cui si assumano in concomitanza con antibiotici, è fondamentale che vadano assunti sufficientemente lontano. Non esiste purtroppo a oggi uno schema posologico specifico per lo sportivo che ci dica quali ceppi sono i migliori così come non è stato dimostrato un effetto ergogenico, ossia un fattore esterno che in grado di determinare un miglioramento delle performance fisiche ed e' ovvio che c'e' ancora molta strada fare. Ma per noi runners fare strada non è mai stato un problema. 


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