1° Trail della sella


E' il 7 Aprile, oggi ci sono la Maratona di Milano, Roma e Rotterdam, tanti amici e compagni di squadra sono impegnati in queste gare e da giorni su Facebook e Instagram non faccio che vedere foto e post inerenti la Maratona; si lo ammetto mi sveglio senza pensare  che ho una gara ma provando un poco di invidia per tutti quelli che saranno attentissimi nel far colazione, nel prepararsi, che scherzeranno coi compagni o che saluteranno a distanza chi a casa li ha supportati e sopportati per mesi (provo anche enorme solidarietà per chi prima della 42  K non sta riuscendo a fare la cacca che non è problema da poco). Faccio tutte le cose un po distratto, prendo il caffè, mangio guardo i risultati NBA della sera prima e mi dirigo a Calamosca per ritirare il pacco gara del trail della Sella. Il trail si svolge nel promontorio sovrastante la spiaggia del Poetto, a Cagliari, nella zona della Sella del Diavolo; secondo la leggenda Lucifero combattendo contro gli arcangeli fu disarcionato da cavallo e perse la sella che si posò sul promontorio del golfo di Cagliari dandogli la forma odierna.

La giornata è uggiosa minaccia pioggia e ho freddo, dopo qualche chiacchiera con amici e amiche scelgo di correre in maglietta e manicotti; riempio la camelbak e faccio un rapido riscaldamento; non sento lo spirito di gara sembra quasi un allenamento in compagnia e con la testa penso all'ultima Maratona al pre-gara di New York e a ogni sensazione vissuta preparando i 42 K. Mi accorgo che si sta per partire solo quando dalla postazione dello start sento chiamare il mio nome. Parto con ancora il Garmin spento, non è da me.
La partenza è nel solo tratto asfaltato; si inizia senza strappi senza tirare troppo ma anche su asfalto mi accorgo di aver fatto una fesseria, le mie scarpe, ottime al trail di Carloforte su bagnato son penose: scivolo! Ingenuamente mi dico: son solo pochi metri su sterrato andranno benone. In realtà su sterrato fanno il loro porco lavoro e sto attaccato ai primissimi ma appena finisce lo sterrato  e inizia la roccia sembra di correre sull' olio vengo mollato dai primi e raggiunto da molti compreso una ragazza veloce e agilissima che mi dice giustamente "attento le tue scarpe slittano". Seguo il consiglio, rallento e mi godo lo spettacolo, vedo la Sella del diavolo il golfo e grazie alla pioggia nessun odore mi da fastidio, il tempo vola e non guardo mai il mio gps, vado col mio pass, con un'andatura goffa, molto concentrato sui vari ostacoli e solo dopo un poco mi accordo che stiamo ripassando vicino allo start e ci dirigiamo nella zona normalmente chiusa al pubblico: è un demanio militare. Cavolo è bellissimo e soprattutto è sterrato! Sembra quasi di essere a casa si può correre davvero; non so a quanto vado ma recupero molti e incontro anche amici sia fotografi che volontari distribuiti sul percorso. E' un susseguirsi di battute e sorrisi.

La salita è tosta ma corribilissima, a tratti l'erba è più alta di me ma il sentiero è facile; arrivato in cima (dopo essermi perso diverse volte perchè guardavo più il panorama che i segnali) entro in diversi fortini e rimango di stucco quando devo correre in un sentiero sotterraneo completamente buio! Uno show nello show. Il rientro verso la zona costiera di Marina Piccola è facilissimo e anche i successivi 2 Km di sterrato ma poi inizia un muro verticale, non si corre più, io personalmente nemmeno cammino ma devo proprio arrampicarmi, il fondo è fangoso, mi sporco come un bimbo che gioca con le pozzanghere e, imprecazioni a parte mi diverto proprio come un bambino! Vengo raggiunto da un runner che mi supera saltandomi come un birillo, sono colpito da come riesca ad arrampicarsi e nel giro di 100 metri non lo vedo più. Passa poco e mi ritrovo vicino la stessa runner che mi aveva detto di stare attento a non scivolare, siamo sulla vetta insieme e facciamo un lungo tratto chiacchierando, si chiama Elisabetta, ha un'andatura particolare passi piccoli e sembra saltare, ha fiato da vendere ed è grintosissima; in discesa non riesco a starle dietro ho troppa paura di cadere la colpa non è solo delle scarpe, nè della pioggia che ora è battente, è semplicemente più brava di me.
Mancano 3 Km all'arrivo (anche se poi scoprirò che ne mancavano 4, per un totale di quasi 22 KM) vado lento concentrato su dove mettere i piedi e provo a divertirmi cercando i tratti di terra tra le pietre così posso corricchiare pure io. Mi chiedo che faranno i miei amici a Milano, Roma e Rotterdam ma non ho più invidia, ho vissuto una bella giornata, ho staccato la spina e ora son pronto per dedicarmi alla strada, ai 10 K si voglio provare una nuova avventura su una distanza per me ignota.
Per amanti della statistica son arrivato quinto dietro a Elisabetta, l'ho cercata all'arrivo per complimentarmi ma non l'ho trovata, spero possa leggere questo mio racconto: brava!
P.S: tutti i miei amici impegnati nelle maratone hanno fatto un figurone, #magentaisthenewblacK :)


Commenti

  1. Bello spirito, e, vedendo la classifica, anche bella prova. Complimenti!

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    1. La prova è stata divertente, la classifica è in parte bugiarda, disto anni luce dai primissimi in questa specialità e il crono non del tutto negativo è frutto solo del tratto in cui si poteva davvero correre . Grazie :)

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  2. Bravo Enrico, come al solito hai reso vivo il racconto della gara, e leggendo ho rivissuto tante sensazioni di quella domenica mattina. Purtroppo nei trail ci si perde, non c'è nulla da fare! In compenso abbiamo vissuto una bella esperienza, tanto tosta quanto gratificante. Alla prossima, campione

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    1. Io direi per fortuna ci si perde, perché la cosa più bella del trail e che ti fa ritrovare te stesso. :) Mi piacerebbe sapere chi sei per poterti salutare dal vivo. Quanto al campione... tutti coloro che hanno gareggiato col sorriso su fango e sotto la pioggia sono dei campioni, non è un podio a una gara tra amici che ci rende tali. Ciao campione

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